giovedì 29 marzo 2018

RINALDO LOY, IL SOLDATO SEUESE MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE

Seui tra i suoi illustri figli, oltre a letterati, scienziati e religiosi, ha avuto anche valorosi militari. Colui che in divisa ha conquistato i più elevati riconoscimenti è stato Rinaldo Antonio Pietro Loy.
Nato a Seui il 15 marzo 1894, Rinaldo Loy terminati gli studi superiori nel 1914 si arruola come allievo ufficiale di complemento nell’81° Reggimento di Fanteria.
Nell’aprile 1915 è sottotenente di complemento a Ozieri, nel costituendo 151° Reggimento di Fanteria della Brigata “Sassari”. A maggio è già nelle trincee del Carso.
Il 5 agosto 1915, mentre guidava il proprio reparto nel corso dei combattimenti a “Bosco Cappuccio” (Carso) rimane ferito gravemente alla spalla sinistra. In questa circostanza ottiene la sua prima Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Dopo il nosocomio Militare di Parma, la convalescenza la passa in famiglia, a Seui.
Il 28 giugno 1916 torna in prima linea nel 152° Reggimento Fanteria della Brigata “Sassari”.
Il 1 febbraio 1917 viene promosso tenente e transita per meriti di guerra dal Servizio di Complemento al Permanente effettivo (Spe).
Il 28 febbraio sul “Monte Zebio”, riceve un encomio solenne dal Comando di Brigata per il fiero comportamento mantenuto in azione.
L’11 giugno, nel corso di una cruenta battaglia sempre a “Monte Zebio” conquista la sua prima Croce al Valor Militare.
Nell’azione del 15/18 settembre sull’altipiano della “Bainsizza”, gli viene conferita una Medaglia d’Argento al V.M. Il 16 marzo 1918 diventa capitano.
Il 16 giugno nella battaglia di “Croce”, sul Piave, ottiene la sua seconda Medaglia di Bronzo.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale Loy partecipa anche ai sanguinosi combattimenti di “Trincea delle Frasche”, “Monte Zebio”, “Trincea dei Razzi”, “Col d’Echele” e “Col di Rosso”.

Nel primo dopoguerra diventa aiutante di campo del comandante della Brigata “Sassari”, con sede e Trieste. Nel 1922, in questa città conosce Maria Widmar, che diventerà sua moglie. Dal matrimonio nasce una figlia, Marinella.

Dal 1929 al 1934 presta servizio nel 9° Reggimento Fanteria “Regina”, con sede a Rodi, nelle Isole del Dodecaneso, allora italiane.

Dal 1934 al ‘36 è istruttore nella Scuola di Applicazione di Fanteria a Parma.

Allo scoppio della guerra in Etiopia chiede di partecipare. Nel marzo 1936 giunge a Massaua, al Comando della XXI° Divisione Camicie Nere “21 Aprile”.
Il 31 dicembre viene promosso maggiore. Il 19 aprile 1937 assume il comando del XXXIII° Battaglione Coloniale Eritreo (inquadrato nella III^ Brigata Eritrea, al comando del generale Cubeddu).
A “Lasta”, in Etiopia, dopo una serie di rischiose operazioni condotte conto il nemico tra il 21 e il 31 settembre 1937, gli viene conferita la seconda Medaglia d’Argento.
La sua seconda Croce al Valor Militare la conquista in azione a “Neva Seghè”, tra ottobre e dicembre 1937.
Il 5 marzo 1938 arriva la terza Medaglia di Bronzo per aver guidato due battaglioni in una eroica azione di copertura ad una autocolonna in località “Bosco di Posit-Danghila”. A “Faguttà – Gaggiam” (25 al 27 marzo 1938) al comando del suo Battaglione coloniale in furiosi combattimenti infligge forti perdite al nemico.
Arriva la sua quarta Medaglia di Bronzo. Il 15 gennaio 1939 conquista la sua quinta Medaglia di Bronzo nella battaglia di “Monte Ivriè” –“Beghemeder”.
Il 1 gennaio 1940 è promosso al grado di tenente colonnello.
La vibrante vita di questo soldato seuese si conclude da vero eroe, così come viene spiegato nella motivazione della sua Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria: “Intrepido comandante di battaglione coloniale, trascinatore e suscitatore di ogni entusiasmo, inviato a rinforzo a truppe impegnate contro preponderanti forze nemiche, conteneva durante la notte l’azione dell’avversario, immobilizzandolo. Il mattino successivo, a capo dei reparti avanzati, si slanciava arditamente all’attacco, sgominando il nemico ed assicurando il possesso della posizione raggiunta. Nell’ultima fase del combattimento, mentre con l’esempio del suo indomito valore incitava gli uomini alla lotta ed alla vittoria, colpito a morte immolava sul campo la sua esistenza, tutta intessuta di eroismo e di dedizione al dovere ed alla Patria. Le sue ultime parole furono: “Non curatevi di me! Avanti ascari! Viva l’Italia”. (“Amba Ghiorghis-Incasc”, 29/30 marzo 1940).

Così moriva il seuese Rinaldo Loy. Rinaldo Loy attualmente risulta tra i soldati sardi più decorati (una medaglia d’Oro, due d’argento, cinque di bronzo e due croci di guerra al Valor militare).

Nel 1956 a questo suo eroe Seui ha dedicato la piazza principale del paese, mentre il Ministero della Difesa gli ha intitolato la caserma di Nuoro, sede della Base logistico addestrativa della Sezione autonoma artiglieria dell’Esercito.
(Giuseppe Deplano – copyright © 2011 – riproduzione riservata)